martedì 1 febbraio 2011

"I Musicanti", poesia allo stato puro.

Un narratore poeta, una banda che suona e accompagna la narrazione, una festa di paese allegoria della vita e dell'amore, i fuochi d'artificio che incantano con la meraviglia dei colori nel cielo e che chiudono il ciclo vitale.
Chissà cosa alberga nella testa e nel cuore di Massimo Venturiello , autore dei testi e regista di un'opera teatrale dal titolo "I Musicanti", in scena ad Aprilia, martedi 1 febbraio al Teatro Europa. Uno stile impresso così fortemente, che non abbiamo dimenticato affatto le emozioni di quella "Strada", trasposizione teatrale del colosso cinematografico di Federico Fellini, rappresentato due anni fa, sullo stesso palco, e come allora, Venturiello non ci ha lasciato il tempo di riposare. Un' opera musicale, (musical parrebbe financo riduttivo), dove i musicisti suonano sul palco, e sono essi stessi attori, e gli attori si confondono con i musicisti. Una scansione del ritmo della vita, quella vera, quella andata, che ha lasciato nei poeti che la raccontano, "I Musicanti", la nostalgia, il rimpianto, la poesia. Come ne "La Strada", la scenografia si pone come percorso sul quale i protagonisti lentamente avanzano, man mano che la storia cresce e giunge al termine. Cosimina, , è narrata come una donna nata all'ombra di un ulivo, testimone silenzioso ed eterno, e muore già vecchia con il suo vestito da sposa, che mai riuscì a indossare, giacché il suo amore morì in guerra. La semplicità della storia si riempie di immagini, di danze, di canti in lingue mediterranee ed europee, dove però tutto si mescola in un unico afflato d'amore, di energia, di delicate tensioni che arrivano perfino a commuoverci, declinate dalla voce meravigliosa di Tosca, e dalle infinite sfumature della voce di Massimo Venturiello.

I musicisti che hanno accolto nel loro grembo questa narrazione così vivida ed emozionante, sono essi stessi eccezionali. Bassotuba, sassofono, tromba, percussioni, trombone a coulisse, fisarmonica, hanno dialogato con i due attori, costantemente in scena. Un atto unico, senza sosta, dove è sorprendente accorgersi che non ci sono tempi morti e dove non ci sono stati cali di attenzione. Per questa scrittura così nuova e originale, che ha riscosso il gradimento del pubblico apriliano, un plauso particolare al regista.

testo e regia di Massimo Venturiello
con Tosca, Massimo Venturiello
Ruggiero Mascellino fisarmonica e chitarra
Luca Iaboni tromba
Carmine Pagano trombone e bassotuba
Giovanni Mattaliano sax e clarinetto
Matteo Di Francesco percussioni bandistiche

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