mercoledì 4 gennaio 2012

GLI ULTIMI DEI


Uno sguardo su Aprilia, terza città di fondazione, teatro di sanguinose battaglie all’indomani dello sbarco di Anzio, gennaio 1944.
Una città cresciuta tanto velocemente, negli ultimi dieci anni, da sembrare a un primo sguardo, ma anche al secondo, una giungla di cemento, senza disciplina, dove l’armonia urbanistica è un optional non contemplato da chi ha massacrato le aree, un tempo rurali, addossate al cuore della città. E mentre le gigantesche gru continuano a caricare mattoni e materiali per innalzare all'infinito mostri stipati uno accanto all’altro, nelle vicine campagne, lungo i fossi, nei boschi di sugheri che ornano i canali di scolo delle acque piovane, si fanno incontri con bombe inesplose, schegge, residui bellici di varia foggia e dimensione, elmi di militi tedeschi o inglesi. Una città che vuole essere moderna, con presunzione, ma ancora deve fare i conti col passato. E questa fisicità di contraddizioni non è altro che il vestito di un’anima multiforme, in cui gli ultimi saggi , i pioneri, i fondatori della città, si affannano a mantenere vivi quei valori che solo la realtà contadina antica conserva ancora, valori autentici, ormai in via di estinzione, come il senso della famiglia, la solidarietà, la “lentezza” dei rapporti umani.
Gli ultimi Dei se ne stanno andando, a poco a poco, il ricambio generazionale è costituito dai figli, ormai cinquantenni, e dai loro figli, i giovani di oggi, quelli che hanno mantenuto, nel Dna, un residuo di “buone regole”, ereditate dai loro nonni. 

Roberta Angeloni

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