lunedì 29 agosto 2016

Facebook disastro

A ogni catastrofe, a ogni evento luttuoso, a ogni accadimento , non sono i commenti dei male informati che producono costernazione, ma i commenti, comunque, che sono sempre inutili, perchè sono un pretesto per parlare delle proprie ideologie come fossero verità assoluta. Il silenzio si rende necessario in questi casi. come metro di civiltà. E quel che ancor di più sconcerta, è che l'inconsistenza dei post è direttamente proporzionale al grado d'istruzione.

martedì 9 agosto 2016

Finalmente un'iniziativa coraggiosa: No fuochi per San Michele

Si parla di coraggio quando si cerca di cambiare, a  rischio di grande impopolarità. I maggiorenti, le istituzioni, hanno da sempre cavalcato l'onda della popolarità, del consenso facile, del "piace al popolo,  e del "le tradizioni non si toccano". Se così fosse stato sin dalla notte dei tempi, oggi non avremmo scampo: tradizione era gettare i bambini gracili dalla rupe perchè inadatti all'arte della guerra. Tradizione era bruciare le donne in piazza tacciate di stregoneria, Tradizione era la circoncisione...Certo, il parallelismo è ardito, ma necessario per dimostrare la debolezza dei luoghi comuni (le tradizioni non si toccano), su cui si reggono i governi delle città. se poi sono città che gelosamente conservano mentalità retrive e cieche al cambiamento, ecco che Aprilia rientra con tutti gli onori nella categoria. Tutta questa lunga premessa per mettere in evidenza un'iniziativa nata sui social, destinata all'insuccesso, proprio perché intelligente e molto proiettata in avanti, e molto, molto coraggiosa. Gens Apriliana, un gruppo molto seguito che conta più di 3500 iscritti, propone l'abolizione dei fuochi in occasione della Festa Patronale di San Michele, e dirottamento di quella somma di denaro verso associazioni benefiche che si occupano di famiglie in gravi difficoltà. Il polverone e le polemiche che susciterà una tale iniziativa saranno enormi: la semplicità e l'ovvietà non appartengono a una cittadina che faticherà molto a uscire dal  provincialismo.
Roberta Angeloni